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La tradizione gastronomica di queste valli da sempre predilige piatti semplici e caratteristici, basati su pochi ingredienti naturali. Questa formula ha contraddistinto la tradizione che continua ancora ad essere la proposta culinaria di oggi.

Balote

Dall'unione di due alimenti della cucina povera tradizionale, la polenta e il formaggio, nasce un piatto tipico di Clauzetto, la balote (letteralmente palla, nome che deriva dalla forma che assume l'impasto). Il piatto è legato probabilmente ad un'antica usanza: il fidanzato che chiedeva la mano dell'amata portava in dono alla sua famiglia alcune balote. Se queste venivano gradite e poste sul focolare era segno che la richiesta di matrimonio era stata accettata.
Balote

L’acqua di Pradis

Infine vogliamo annoverare tra i prodotti tipici anche l'acqua di Pradis, famosa per le eccellenti qualità di purezza e leggerezza (basso contenuto di sodio e discreta concentrazione di magnesio). La sorgente sgorga a Pradis di Sotto, in comune di Clauzetto, dalle pendici del Monte Dagn. Sono permesse visite guidate allo stabilimento.
L’acqua di Pradis

Pistùm

Di recente riscoperta locale, il piatto del pistùm: foglie di rapa vengono tritate e conservate in casse di legno o in piccole botti, poi lessate con aggiunta di brodo di polenta, sale, pepe e aglio oppure con lardo o burro, e poi servite con la polenta.

Il Formadi tal Cit

Altro prodotto tradizionale della Val Meduna è il Formadi tal Cit, un formaggio morbido che a fine lavorazione viene mescolato in un vaso in pietra (il cit appunto) dopo essere stato fatto a pezzettini, coperto da latte, panna ed aromi. Questo formaggio nacque dalla necessità di recuperare le forme non riuscite perchè non ben amalgamate.

Pitina

La pitina invece è un prodotto caratteristico di Tramonti di Sopra e della Val Meduna. Si tratta di grosse polpette formate da carne di capra e pecora (anche se all'origine si usava la carne di camoscio) impastate insieme a erbe aromatiche e poi affumicate. La Festa della Pitina a Tramonti di Sopra ha contribuito a far conoscere la specialità anche fuori regione, fino a suscitare l'interesse di riviste specializzate.
Pitina

Asìno

Forse il più antico dei formaggi friulani, nato anticamente sul Mònt d'Às, nella splendida cornice della Val d'Arzino, da secoli territorio della Pieve d'Asio dalla quale ha preso il nome (l'attuale zona dei comuni di Clauzetto e Vito d'Asio in provincia di Pordenone), il formaggio Asìno, grazie al suo gusto sapido che in Friuli definiscono salmistrà, ha da secoli conquistato i palati più esigenti, tanto che la sua produzione era per lo più destinata all'esportazione: "...morbido, delicato, candido e quasi spugnoso riesce graditissimo al palato e va ad adornare le prime mense di Venezia, Trieste e delle finitime città" dove ancor oggi, persa nel tempo la sua denominazione originale ma non la fama, viene chiamato formaggio salato o formàio Furlàn.

Probabilmente nato dall'evoluzione di antichissime tecniche di conservazione risalenti già al primo millennio d. C., la prima fonte certa in cui troviamo notizia dell'Asìno è dello storico Enrico Palladio scritta in latino Rerum Foroiuliensium nel 1659: "...qui Asìnum vocant ab Aso pago..." (che chiamano Asìno dal paese Asio). A conferma del successo che da sempre accompagna l'Asìno vi è una lettera del 1749 che il Vescovo di Concordia Giacomo Maria Erizzo inviò al Pievano d'Asio per assicurarsene un'adeguata scorta:"... siamo ora al tempo delli formaggi asìni, non vorrei mi succedesse qualche disguido per tali frutti...". Altri documenti, quali un bando del 1775 che riporta i prezzi del formaggio Asìno e i Calmieri su carni e formaggi del 1812, attestano la diffusione e l'importanza di tale prodotto sul mercato locale.
Asìno
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